INNER CODE – DESIDERA DISTRUGGI DIMENTICA

Gli Inner Code, band fiorentina, hanno pubblicato a novembre un nuovo EP “Desidera, Distruggi, Dimentica”, che sono i titoli delle 3 tracce di cui è composto. Il concept intorno al quale si sviluppa è l’idea della “fine” ed ognuno dei pezzi ne è una interpretazione.

Il loro stile, che definire alternative metal sarebbe riduttivo, unisce rapcore, industrial, nu metal ed electrocore; il risultato potrebbe essere un’accozzaglia di suoni oppure una vera figata.. ed i ragazzi riescono assolutamente a produrre una figata!

L’EP, che ha il sapore di trilogia, ti trascina in un mondo oscuro e nichilista, in un’alternarsi di rap cazzutissimo, growl e voci pulite, con una parte strumentale assolutamente di livello. I testi, prevalentemente in italiano (con inserti in inglese), sono un bel plus, in un genere che raramente vede l’utilizzo della nostra lingua, che invece se usata bene ha una resa perfetta.

Questi ragazzi, dal loro lavoro precedente del 2021, hanno fatto un bel passo in avanti e l’idea di sperimentare così tante influenze li rende veramente interessanti e degni di nota.

Che questo EP sia solo un assaggio in vista di un album più corposo? Speriamo, perché le carte in tavola per inserirsi nel panorama metal, portando qualcosa di nuovo, ci sono tutte.

Ps: la nostra canzone preferita è “Distruggi”, la vostra?

EFFETTI COLLATERALI – Ombre nelle tenebre

“Ombre nelle tenebre” è l’ultimo lavoro della punk rock band bergamasca Effetti Collaterali. 7 tracce dal ritmo serrato e incalzante, con testi diretti e carichi di rabbia verso la società ed il sistema, senza sfociare troppo nel banale e nello scontato.
La prima traccia, che funge da intro, lascia spazio a “Fauci del potere”, singolo che vede la presenza di Ivan degli Skruigners come guest (non penso ci sia bisogno di presentazioni, no?😂) ; qui la band sfocia nell’hc punk, mantenendo l’attitudine anche in molti brani successivi, per tornare ad una matrice più punk rock solo in alcune tracce, tra cui “Randagi”, feat Arianna dei Circus Punk, che risulta uno dei singoli più riusciti, sicuramente il più orecchiabile.

Sono solo 20 minuti ma cazzuti quelli che compongono questo album, ma bastano per riportare alla mente (soprattutto agli amanti come me) gli anni d’oro di questa scena, che grazie a band come gli Effetti Collaterali dimostra di avere ancora molto da dire e soprattutto di saperlo ancora fare. Con “Cala il sipario” (azzeccatissimo direi) si conclude “Ombre nelle tenebre”, che non vediamo l’ora di vedere cantato su un palco, perchè è quello il posto giusto per il punk.🔥

Da “Vite Sottovuoto”, album precedente del 2020, che vi consigliamo di ascoltare, i ragazzi hanno fatto passi in avanti, soprattutto nel crearsi una identità propria.

Avanti tutta 🤘🏻

KYPRA – I

“I” è il primo ep demo della band marchigiana Kypra (nome della dea madre picena), attivi dal 2018. L’ep presenta 5 canzoni in cui il folk melodico si unisce al rock ed al metal, con tutti gli ingredienti tipici del genere. A livello di strumenti troviamo cornamusa, flauti, violino.. ma anche bouzouki e piva, con un cantato in growl e voce femminile. La sostanza c’è, gli ingredienti – come scritto sopra- anche e si percepisce una graduale evoluzione all’interno dell’EP. I testi sono senz’altro un punto a favore: molto interessanti, raccontano la storia della loro terra, nello specifico trattando temi legati ai Piceni e al folklore Marchigiano, confermando il loro legame con le radici. Molto belle anche le parti più impetuose che vengono sottolineate dal cantato in growl.
Piccolo punticino a sfavore: forse un po’ grezzo in fatto di produzione, ma per essere un demo è assolutamente un buon inizio!
Nell’attesa di nuovi lavori, vi invitiamo a darci un ascolto e far sapere la vostra opinione.

  1. Insonne poetica
  2. Mare alto
  3. Hiberna
  4. Ver Sacrum, pt I: Tiora Matiena
  5. Da questa tempesta

STRAIGHT TO PAIN – Closing Cycles


Gli Straight To Pain sono una band metalcore di Savona, della quale (per i più attenti) vi avevamo già parlato all’uscita di “Cycles”.
Recentemente, hanno pubblicato un EP “Closing Cycles”, che affronta e porta a compimento i temi contenuti proprio nel loro precedente lavoro (ecco spiegato il titolo!), creando quindi un legame tra i due dischi.
L’EP è composto da soli 2 brani, per una durata totale di quasi 10 minuti.
Entrambe le tracce hanno un’intro piuttosto melodica, che la band sfrutta anche per sperimentare sonorità nuove (cosa che gli riesce piuttosto bene).
“Sky Seeker”, la prima traccia, affianca alla brutalità della voce in growl una voce femminile, che nei ritornelli riesce a trasmettere una sorta di senso di pace e speranza, creando una montagna russa di emozioni nell’ascoltatore e riuscendo a risultare anche molto orecchiabile.
“Abduction”, invece, è un singolo più aggressivo, più improntato sul death, che solo sul finale si concede di rallentare con l’inserimento della voce femminile; questa volta, però, traspare un senso di rassegnazione e disillusione.
Ci troviamo di fronte ad una band senz’altro più matura rispetto ai lavori precedenti, che dimostra di essere in grado di spaziare attraverso i generi, di sperimentare suoni ed arrangiamenti che danno vita ad un sound che merita davvero un ascolto e che non può più essere etichettato solo come “metalcore” ma che, anzi, attinge molto dal death, dal groove e dal prog. Entrambi i singoli hanno dei punti di forza notevoli e punti deboli irrilevanti, che fanno ben sperare nell’uscita di altro materiale dello stesso livello.

STRIKE AVENUE – Dehumanized Interlude

Gli Strike Avenue sono una Band italiana cosentina che unisce deathcore, Death metal old school e venature symphonic, attivi da quasi 15 anni. Recentemente hanno pubblicato il loro ultimo EP, “Dehumanized Interlude”, uscito il 26 maggio. Il livello tecnico è molto elevato, con riff velocissimi e blast beat a non finire, senza però scadere nel banale o nel monotono. Per le orecchie più allenate, si possono riconoscere le influenze di band quali Lorna Shore, Fit For An Autopsy.. ma la band ha saputo crearsi una propria identità ben definita, senza risultare qualcosa di già sentito. Azzeccatissima la scelta di affiancare al cantato in growl, uno scream (come parte corale/seconda voce) che crea un’atmosfera ancora più brutale, ben percepibile nel brano “Lachesis Code” (entrato subito nel cuore 😂).
Alla fine di “Perpetual Blood”, canzone che chiude il disco, si rimane un po’ con l’amaro in bocca dato dal “ma come? Già finito?”.. perché forse l’unica pecca di questo lavoro è la durata: poco piu di 20 minuti, per un totale di 5 brani.
L’EP non è solo un album ben fatto e ben strutturato, ma un vero e proprio concept sul futuro distopico e sulla deumanizzazione del nostro presente, scandito da ritmi imposti ed alienanti.
Nel complesso, quindi, è un lavoro assolutamente di livello, che vi consigliamo di ascoltare.